7.10.2006

Anche Paolo Conte (versione pittore) omaggia a Tortona il jazz di Coltrane

C’è un’importante novità che riguarda “Jazz fuori tema 3”: nei tre giorni della rassegna, in programma a Tortona fra venerdì 14 e domenica 16 luglio, il portico di Palazzo Guidobono, prospiciente piazza Arzano, sede degli spettacoli (inizio ore 21,15), ospiterà un’esposizione di opere pittoriche dedicate a John Coltrane, di cui cade quest’anno l’ottantesimo anniversario della nascita, situazione identica a Miles Davis, che appunto la rassegna celebrerà nella sua prima serata.

A Coltrane sarebbe dovuta toccare una sezione della grande mostra sui rapporti fra musica e pittura in un primo tempo programmata in contemporanea con Jazz fuori tema e poi posticipata di qualche mese.

Visto però che due degli artisti invitati, Camillo Francia e Davide Minetti, avevano già pronti i loro lavori, realizzati appositamente per la mostra, si è pensato di proporli in anteprima appunto nei giorni della rassegna in un ghiotto antipasto dell’esposizione vera e propria (che annovererà opere di Paolo Conte, Gino Paoli, Anthony Braxton, Bill Dixon, Giorgio Gaslini e svariati altri, fra i musicisti, e, fra i pittori, Ugo Nespolo, Lele Luzzati, Giancarlo Cazzaniga, Sergio D’Angelo, ecc.) intitolato COL(our)TRANE.

L’importante anniversario coltraniano verrà in tal modo adeguatamente commemorato, equilibrando quello davisiano, a cui venerdì 14 luglio sarà appunto dedicata (in esclusiva, come tutte le serate di Jazz fuori tema 3) la pièce teatral-musicale Twenty Miles, che si avvarrà dell’interpretazione di un attore di rango come Alessandro Haber e delle musiche di Giorgio Li Calzi, trombettista (come Davis, appunto), compositore e “manipolatore” elettronico, che ha dichiarato al proposito: “Sonorizzare pagine tratte dall’autobiografia di Miles Davis, per chi come me ha fatto di lui un’icona, è un bell’invito a nozze.

Il problema era: cosa dare in pasto ai miei campionatori? La risposta che ho trovato è tutto sommato semplice: suonerò virtualmente con i suoi musicisti. Mi sono quindi immerso in un denso lavoro di taglia e cuci, isolando gli obbligati dei vari Bill Evans, Red Garland, Paul Chambers, Herbie Hancock, Marcus Miller e togliendo la tromba di Miles per poi aggiungere dal vivo la mia. Nessuna struttura troppo predefinita, peraltro: dei semplici moduli sonori che, attraverso l’improvvisazione, accompagneranno le parole e i tempi di Alessandro Haber, nostro magnifico lettore. Ovviamente non si deve leggere in ciò alcuna intenzione di stabilire da parte mia una qualunque competizione con Miles (ci mancherebbe altro: ne uscirei senza dubbio perdente…). Solo un piccolo lavoro di grande devozione verso il musicista che amo più di ogni altro.”

Sul palco, Miles Davis (morto quindici anni or sono, nel 1991) sarà idealmente presente grazie a una grande tela realizzata per l’occasione da Claudio Magrassi. La stessa, terminato lo spettacolo, verrà a sua volta collocata nel porticato di Palazzo Guidobono accanto ai lavori di Francia e Minetti, tutti dedicati a celebri brani scritti da Coltrane o da lui portati a nuovi splendori: My Favorite Things, Naima e Impressions per Francia, in una sorta di periodo blu post litteram, e A Love Supreme per Minetti, che, in linea con la struttura quadripartita della celebre suite coltraniana, ha realizzato tre polittici di quattro pezzi ciascuno, uno su tela e due su carta.

Ancora pittura sugli scudi nella serata conclusiva del festival, domenica 16 luglio, con il “papà” di Bobo, Sergio Staino, che dipingerà su grossi fogli di carta dialogando con la fisarmonica di Gianni Coscia (lo stesso Staino ha realizzato il manifesto di Jazz fuori tema 3). La serata centrale, sabato 15, vedrà invece il quartetto del trombettista Giovanni Falzone (a sua volta pittore, e chissà che anche lui non porti qualcosa da mettere in mostra…) in un programma di musiche per il teatro scritte la lui o frutto di rielaborazioni di materiale legato all’opera di Bertolt Brecht, di cui cadono quest’anno i cinquant’anni dalla morte. Mezzo secolo è del resto anche quello che ci separa dalla dipartita di artisti quali Jackson Pollock e Clifford Brown, un rivoluzionario della pittura e uno dei massimi trombettisti jazz, a sottendere altri fili, quanto mai emblematici, con ciò che Jazz fuori tema proporrà in questa sua terza edizione.

Fonte Giornal.it