10.13.2006

XXIV Sulmonacinema Film Festival

Cinema Teatro Pacifico e Foyer Teatro Comunale Caniglia

Omaggio ad Age – Concorso lungometraggi – Concorso corto-cortissimo – Anarchia e rivolta – Arabesque addio – Ovidio a Tokyo – Soundtrack: Crivelli e Simonetti – Cinema a Scuola

L’edizione 2006,
oltre agli ormai classici nuclei tematici quali il giovane cinema “italieno” in concorso, Ovidio (icona del festival) come indagatore dei misteri dell’eros e ispiratore delle metamorfosi del corpo e dei linguaggi e Carlo Tresca, fondatore del movimento anarchico internazionale e suscitatore di immaginari ‘altri’, ricorda il grande sceneggiatore Age e mette lo sguardo occidentale a confronto con le culture arabo-islamica, e viceversa.
L’attore Giulio Scarpati presiede quest’anno la giuria, come sempre composta da studenti provenienti dalle Università di Pescara e Roma, Scuola Nazionale di Cinema, Dams di Bologna, Accademia dell’Immagine dell’Aquila.

Le sezioni
Come ogni anno il concorso lungometraggi tra una decina di opere prime e seconde dirette da registi “italieni” – anche da cineasti italiani residenti all’estero o filmaker stranieri che lavorano in Italia - si contenderanno i quattro Ovidio d'argento: miglior film (con premio di € 1500), miglior regia, migliore interpretazione femminile, migliore interpretazione maschile e, accanto, quello riservato ai corti-cortissimi (durata massima 5 minuti), premiati dal pubblico della serata finale con il Nasino d’argento e 500 euro.
In questa edizione anche il premio La Pietra del Morrone (e 500 euro), al miglior lavoro di documentazione realizzato nel corso dell’Estate Celestiniana, manifestazione dedicata a Papa Celestino V il cui eremo sorge in territorio di Sulmona.
Ad un anno dalla scomparsa di uno dei più grandi e fecondi sceneggiatori italiani, Sulmonacinema dedica un Omaggio a Agenore Incrocci (Age), le cui spoglie sono seppellite a Pescasseroli, con tre film (“Teresa la ladra”, “Totò sceicco”, “Brancaleone alle crociate”) e i ricordi affettuosi di cineasti che lo hanno accompagnato nella sua vita umana e professionale. Da Dacia Maraini a Giorgio Arlorio, da Furio Scarpelli a Ettore Scola a Lina Wertmüller. Un’occasione per riflettere e discutere sull’ineguagliata stagione della ‘commedia italiana’. E anche per introdurre, con due capolavori satirici su esotismo e orientalismo, la sezione Arabesque addio, dedicata alla critica e allo smantellamento dei pregiudizi e dei luoghi comuni che impediscono la comunicazione proficua tra Occidente e mondo arabo, tra società e culture per secoli vicine e affini e tra due religioni dello stesso ceppo, nella convinzione che solo la conoscenza reciproca e la ripresa di un dialogo interrotto tra uguali siano strumenti di pace duraturi e possano contribuire a inventare democrazie più avanzate e effettive. Tra i film proposti “Il feroce Saladino” di Mario Bonnard, e alcune sorprese provenienti dal troppo ignorato immaginario arabo e egiziano.
In nome del militante libertario Carlo Tresca, sulmonese, emigrante per forza, assassinato dai fascisti negli Stati Uniti, anche quest’anno la sezione Anarchia e rivolta scava tra le produzioni meno conosciute del cinema rivoluzionario, da quelle sulle grandi lotte americane a cavallo tra ottocento e novecento fino alla nostra storia più recente. Del primo gruppo fanno parte epopee come “La Cecilia” del francese Jeanne Pierre Comolli, “An Injury to one” di Travis Wilkerson (sul ruolo del futuro giallista Dashiell Hammett nella repressione operaia), “Malatesta” di Peter Lilienthal, “Bound for Glory” di Hal Ashby (la biografia di Woody Guthrie). Della seconda opere dedicate al movimento anarchico italiano del secondo dopoguerra e alla Raf tedesca (il raro “Offentliche Hinrichtung” di Zilnik). Inoltre il documentario girato in occasione del cinquantenario della rivolta popolar-borghese che interessò la città di Sulmona nel febbraio 1957, la cosidetta “Iamm’mò”
Ovidio a Tokyo. Il dibattito visivo, lanciato da anni fa sul cinema erotico estremo, legato alla figura e alle riletture contemporanee del figlio più illustre di Sulmona, l’autore dell’Ars Amandi, sarà ripreso quest’anno con la proiezione del raro cult movie, diretto nel 1969 dal regista giapponese libertario Toshio Matsumoto, “Funeral parade of roses”, un’opera d’arte, anche d’umorismo sfrenato, che è uno spietato pamphlet contro l’oscurantismo cultural-politico nipponico postbellico. Un film che si collega dunque a, e riassume dunque, tutte le sezioni di quest’anno.
Soundtrack. Laboratorio tenuto dai musicisti Carlo Crivelli e da Claudio Simonetti e riservato alla composizione di musica applicata alle immagini, per capire e studiare le dinamiche e le fasi di preparazione e ideazione delle colonne sonore dei film. A confronto due visioni e metodi diversi di lavoro.
Cinema a scuola. Proiezioni mattutine, come ogni anno, per le scuole di ogni ordine e grado. Per le classi superiori “Lettere dal Sahara di Vittorio De Seta, per le scuole medie Little Manhattan di Mark Levin e Ant Bully. Una vita da formica di John A. Davis per le elementari.

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