12.07.2006

GROTTAMARE – Al Mic la mostra ‘Favole Crudeli’

Significativa e insolita la scelta del Mic – Museo Illustrazione Comica di Grottammare – quale sede per la mostra di Alessandro Grimaldi 'Favole Crudeli', visitabile dal 2 dicembre al 28 gennaio 2007. Costituito da una collezione permanente, nella quale figurano le opere raccolte dal Comune durante le mostre organizzate in occasione della rassegna annuale “Cabaret Amore Mio” il museo è dotato anche di un’area riservata alle esposizioni temporanee che finora sono state orientate da una parte alla scoperta delle tecniche grafiche dall’altra all’osservazione dei grandi maestri del genere. Potrebbe, dunque, apparire come un paradosso, in netto contrasto con tale tendenza, l’organizzazione di questa mostra. La piena comprensione della Rivoluzione Pop, sia dal punto di vista estetico che concettuale, contraddistingue il lavoro di Alessandro Grimaldi. Usando indifferentemente tecniche che provengono da diverse forme di comunicazione l’artista esercita una commistione di linguaggi, dall’immagine alla scrittura, dalla grafica all’arte. In questa occasione il referente principale per le opere esposte risulta essere l’illustrazione infantile. Solo in apparenza però ciò che viene mostrato rimanda a tale genere. Se in effetti orsetti e coniglietti sono i protagonisti di del progetto “Favole Crudeli” nello stesso tempo costituiscono il soggetto di opere autonome stampate su tela. Non un’immagine che fa da appoggio ad un testo o un prodotto in cui la manualità dell’esecuzione possa venire apprezzata. Nulla di tutto questo. La convenzionale umanizzazione che viene effettuata sugli animali a scopo educativo diventa in questa occasione semplicemente un mezzo per suscitare delle riflessioni che hanno al centro l’uomo e l’attuale società. Dal coniglietto che si taglia un orecchio per assomigliare all’ immagine riprodotta sulla maglietta che indossa all’orsetto che disegna sul proprio corpo un bersaglio fino al coniglietto che svela come il proprio manto bianco sia solamente un travestimento sotto al quale emerge un altro animale di colore nero. I riferimenti sono, dunque, molteplici e vanno dalle aspirazioni impossibili alla crudeltà fine a se stessa fino alla coesistenza, all’interno dello stesso essere, di una doppia, inquietante natura. L’esposizione all’interno del Mic di opere come queste diventa un atto funzionale al loro stesso significato in quanto predispone, rispetto ad altri ambiti, ad un’osservazione rallentata che consente una comprensione graduale e quindi totale e inesorabile.